Ognuno di noi, almeno una volta nella vita, ha percorso i gradini di una scala a chiocciola, magari per salire su un piano mansardato. Nella maggior parte dei casi, superata la diffidenza iniziale, ci siamo resi conto che nessun’altra scala avrebbe mai potuto, in quel caso, condurre un individuo allo spazio superiore.
La scala a chiocciola, infatti, viene anche definita “scala salvaspazio”, proprio per le sue caratteristiche di progettazione (sviluppo verticale attorno ad un palo centrale, dal quale si estende la struttura portante) e il suo ingombro minimo, che la rendono la candidata perfetta per collegare ambienti dalle dimensioni ridotte, mantenendo un elevato comfort di salita e garantendo gli standard minimi di sicurezza.
Vi sono contesti nei quali viene utilizzata la scala a chiocciola solo per una mera valenza estetica, dove il diametro supera di gran lunga il valore minimo ma non verranno trattati in questa sede.
Caratteristiche principali
Comfort di salita, sicurezza ed estetica sono le tre caratteristiche principali che una scala possiede.
Se per l’estetica il discorso dipende da scelte soggettive, in particolare in merito a stile e desideri del cliente, per le altre due voci la questione è del tutto diversa.
Infatti esistono delle normative rigorose da seguire per garantire a tutti gli utenti la sicurezza e il comfort durante la percorrenza della scala.
Quando si parla di scale a giorno, le normative regolano il valore dell’alzata e della pedata del gradino, nonché il numero massimo degli stessi prima di rendere necessaria la costruzione di un pianerottolo per la sosta e il comfort.
Per le scale elicoidali e per le scale a chiocciola, vi sono altre voci da dover necessariamente rispettare per installare una scala che sia conforme alla normativa vigente, ovvero la UNI 10804 del 1999 (e successive modifiche).
Se voleste saperne di più sulle differenze tra scala a chiocciola ed elicoidale, vi invitiamo a leggere il nostro articolo: https://www.lescaledellacorte.it/2020/07/15/scale-a-chiocciola-o-elicoidali-quale-scegliere/
Scala a chiocciola: dimensioni minime
Innanzitutto, è bene rammentare che, nella categoria delle scale a chiocciola, rientrano due tipologie: quelle circolari, che possiedono, cioè, una pianta circolare e presentano linee morbide e sinuose e quelle quadrate, che, al contrario, si sviluppano a partire da una pianta quadrata,che, seppur a scapito dell’estetica, offrono, a parità di diametro, un comfort di percorrenza maggiore.
Il diametro minimo per quelle circolari è di 120 cm per le abitazioni e 160 cm per il “privato principale” (ad esempio, lo spazio di distribuzione degli appartamenti in un complesso residenziale), mentre, per quelle quadrate, il lato deve essere di almeno 100 cm.
Per quanto riguarda il foro per l’installazione, invece, è bene che sia almeno 5 cm più grande del diametro della scala.
Come accennato in precedenza, a parità di diametro, le scale quadrate risultano più comode per via della maggiore superficie utile di appoggio del gradino, permettendo una percorrenza più agevole. Sono adatte a spazi angolari, ridotti o che si trovano tra due o tre muri.
Le scale a pianta tonda, invece, sono più scomode ma possiedono una maggiore valenza estetica e questo le rende adatte ad ambienti liberi da muratura.
La scelta tra le due opzioni deve essere fatta in base alla forma del foro, se già presente; in caso contrario, si può scegliere quella più adatta alle proprie esigenze e al proprio gusto.
Come per le scale a giorno, anche per quelle a chiocciola la normativa regola la misura di pedata e alzata dei gradini, nonché il loro numero, in modo da garantire un’elevata sicurezza di percorrenza.
Di norma, la pedata varia tra i 30 e i 33 cm, mentre l’alzata minima è di 17 cm; il numero di gradini, invece, varia in base all’altezza totale, compreso lo spessore del solaio.
Per rendere più agevole la scala, si possono utilizzare gradini in numero maggiore rispetto a quello calcolato, tenendo però in considerazione che più gradini rendono la scala più ingombrante, pesante e costosa.
L’ultimo elemento da tenere in considerazione per calcolare l’ingombro complessivo della scala a chiocciola è la ringhiera e il suo metodo di fissaggio ai gradini.
Un fissaggio laterale aumenta l’ingombro complessivo: la ringhiera è aggettante ma viene mantenuto inalterato lo spazio utile della pedata del gradino.
Il fissaggio al gradino,al contrario, consente di non far aumentare l’ingombro, facendo però diminuire lo spazio utile di appoggio della pedata.
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